“…Procedevamo guardinghi per la strada incompiuta, oggetto di tante proteste da parte dei comuni interessati, soffermandoci davanti ai tratti sfaldati, precipitati a valle, ai muretti lesionati, in parte caduti, in parte asportati come materiale da costruzione dai contadini dei dintorni. L’ingegnere facendosi luce con una lampadina elettrica tascabile, prendeva note in silenzio…”
Umberto Zanotti-Bianco (1889-1963), piemontese, liberale riformista d’ispirazione mazziniana e legato allo spirito solidaristico, tolstoiano, è stato protagonista delle più rilevanti esperienze dell’associazionismo laico e democratico nel Mezzogiorno e nell’intero paese. Partecipò all’opera di soccorso del comitato vicentino a Reggio Calabria dopo il catastrofico sisma del 28 dicembre 1908, dove tornò l’anno seguente per condurvi un’inchiesta su 38 Comuni dell’Aspromonte occidentale, entrando in più stretto contatto con Gaetano Salvemini e Giovanni Cena.
Fondata l’ANIMI (Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia) nel 1910, si trasferì due anni dopo a Reggio Calabria, abbandonò “ogni preoccupazione di carriera” e “tanti sogni della giovinezza”.
Dopo l’interruzione della guerra, nel corso della quale Zanotti s’impegnò a fondo nella propaganda a favore delle nazionalità oppresse fondando la rivista “La Voce dei Popoli” e scrivendo un libro su La Questione Polacca, riprese l’attività associativa nel Mezzogiorno.
Nel ’20 fondò con Paolo Orsi la Società “Magna Grecia”, e nel ’24 iniziò una qualificata attività editoriale con la “Collezione di Studi Meridionali”.
Nel ’28, dopo la coraggiosa inchiesta su Africo fu sottoposto a misure di restrizione della libertà per il suo coerente antifascismo. Allontanato dalla Calabria continuò il suo impegno fondando la rivista “Archivio storico per la Calabria e la Lucania” e realizzando importanti campagne di scavi archeologici.
Nel secondo dopoguerra Zanotti è stato Presidente della Croce Rossa dal ’44 al ’49, Presidente dell’ANIMI dal ’51 fino alla morte, e Presidente fondatore di “Italia Nostra” dal ’56 al ’63. Nel ’52 fu nominato senatore a vita dal Presidente Einaudi.
(Tratto da “Tra la perduta gente – Africo 1948 – Reportage fotografico di Tino Petrelli” Grisolia Editore, 1990)